lunedì 7 settembre 2015

Nello Pazzafini


Giovanni Pazzafini nasce a Roma nel maggio del 1934, dopo aver svolto diversi lavori decide di frequentare la prima scuola italiana di stuntman diventando in seguito un caratterista. Inizia la sua carriera come cascatore insieme ad altri acrobati come Franco e Andrea FantasiaNazareno Zamperla in alcuni film mitologici, spesso senza comparire accreditato. Nel 1958 esordisce al cinema con lo storico Afrodite, dea dell'amore di Mario Bonnard


Nel 1961 appare nel film d'esordio di Sergio Leone, Il colosso di Rodi. E' però Guido Malatesta a garantirgli maggior visibilità dirigendolo in Goliath contro i giganti, in Maciste contro i mostri e in Maciste contro i tagliatori di teste. Nel 1963 Umberto Lenzi lo chiama a recitare nei due peplum Zorro contro Maciste e L'invincibile cavaliere mascherato. Nello Pazzafini cavalca il successo dei peplum recitando anche per Giorgio Ferroni e Tanio Boccia



Nel 1964 è prestato all'horror I lunghi capelli della morte di Antonio Margheriti con protagonista Barbara Steele per poi ritornare alle pellicole mitologiche. Lavora a Maciste gladiatore di Sparta di Mario Caiano, diretto dal quale appare anche ne I due gladiatori. Sempre nel 1964 lavora per Michele Lupo a La vendetta di Spartacus e a Gli schiavi più forti del mondo, mentre Lenzi lo dirige in Sandok, il Maciste della jungla e in Maciste alla corte dello zar


L'espressione dura di Nello Pazzafini gli permette di passare senza troppi problemi dallo storico al western, dove veste spesso i panni dell'antagonista dell'eroe giusto e buono. Nel 1965 esordisce quindi al western con Un dollaro bucato, con Giuliano Gemma e Nazareno Zamperla, diretto da Giorgio Ferroni che lo richiama a recitare in Per pochi dollari ancora. Recita poi diretto da Lupo in Arizona Colt e nel 1967 Riccardo Freda, accreditato come George Lincon, lo dirige ne La morte non conta i dollari. Sergio Sollima lo chiama a recitare ne La resa dei conti e nel suo seguito Corri uomo corri.

Nello Pazzafini non manca di recitare in un film di fantascienza, è infatti accreditato come Ted Carter ne Il raggio infernale di Gianfranco Baldanello
Nel 1971 recita nel poliziesco Confessione di un commissario di polizia al procuratore della Repubblica di Damiano Damiani ma continua a restare legato al western. Lo stesso anno recita per Sergio Garrone in Quel maledetto giorno della resa dei conti, mentre Giuliano Carnimeo lo vuole in Gli fumavano le Colt... lo chiamavano Camposanto e in Uomo avvisato mezzo ammazzato... parola di Spirito Santo. Con Mario Siciliano recita invece in Allelujia e Sartana figli di... Dio e in Trinità e Sartana figli di... 


E' nuovamente diretto da Lenzi nel giallo Sette orchidee macchiate di rosso, mentre due anni dopo partecipa a Piedone lo sbirro di Steno. Sempre nel 1973 è  impegnato con le riprese del poliziesco La polizia incrimina, la legge assolve di Enzo G. Castellari. Recita poi per Lenzi nel violento Milano odia: la polizia non può sparare, con Tomas Milian e Henry Silva, e ne L'uomo della strada


Nel 1975 partecipa a Fantozzi diretto da Luciano Salce su un soggetto di Paolo Villaggio. Lavora con Fernando Di Leo alla commedia noir Colpo in canna e poi al poliziesco I padroni della città. L'anno seguente è diretto da Bruno Corbucci in Squadra antifurto e poi da Franco Martinelli nel poliziottesco Italia a mano armata


Nel 1980 Lucio Fulci lo chiama a recitare nel noir iperviolento Luca il contrabbandiere, lo stesso anno arriva la collaborazione con Fellini ne La città delle donne così come quella con Alberto De Martino ne L'uomo puma


Dal 1982 Pazzafini si dedica al fantasy e alla fantascienza, recita infatti diretto da Joe D'Amato in Ator l'invincibile, nel suo seguito Ator 2 - L'invincibile Orion e ancora in Endgame - Bronx lotta finale. Nel 1983 partecipa al fantascientifico Il mondo di Yor, film di Antonio Margheriti tratto dal fumetto argentino Yor il cacciatore. Lo stesso anno Lenzi lo chiama a recitare ne La guerra del ferro - Ironmster e nel 1987 partecipa a The Barbarians di Ruggero Deodato

Nello Pazzafini ha attraversato l'intero cinema di genere italiano, passando con disinvoltura dal peplum agli spaghetti western, dal poliziottesco alla commedia, dall'horror ai b-movie, e rappresenta il perfetto esempio di tutti quegli attori indispensabili al cinema eppure mai abbastanza apprezzati che hanno fatto dell'arte di arrangiarsi la loro cifra stilistica.  

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