Film girato interamente a Los Angeles del 1991 del regista Mark L.
Lester, che vanta un cast di tutto pregio, il massiccio Dolph Lundgren e il
finto asiatico Brandon Lee.
Petto tatuato nell’oscurità, perché la sobrietà è per i noiosi. Dissolvenza.
Ring con dei giapponesi impegnati in un incontro di boxe (?), giapponesi che fomentano giapponesi
a darsele, il tutto mentre Chris Kenner, l’amato Lundgren, si arrampica sui
tetti con la grazia di una lepre impagliata. Tonfo, lo svedesone si ritrova sul
ring e, per impedire i disumani combattimenti illegali, si mette a menar le
mani pure lui. Segue sparatoria, inserita nella trama senza nessun motivo
apparente. Dopo tanta frenetica azione il nostro tutore della legge va a farsi
due spaghi nel suo ristorante preferito e, mentre mangia beatamente, la mala
giapponese arriva prepotentemente e chiede il pizzo alla proprietaria della
tavola calda. Furore cieco negli occhi di Dolph, con conseguenti scazzottata e
sparatoria. Arriva in suo aiuto lo scoppiettante collega Jhonny Murata (Brandon
Lee) e insieme intraprendono un folle dialogo pieno di insulti creativi. Sono
una squadra! Si scopre poi che la panza tatuata appartiene ad un ferocissimo
criminale nipponico, fondatore del clan “Artiglio d’acciaio”, talmente cattivo
da aver ucciso la madre e il padre di Chris di fronte ai suoi occhi puri e
innocenti di bimbo. Cambio di ambientazione, ora siamo nella casa del potente Yoshida
(il boss) , festa con un bel po' di mignotte caucasiche, tra cui una biondona
accusata di aver fatto telefonate compromettenti. La donna viene portata
nell’ufficio del malvivente, posseduta davanti a tutti i tirapiedi e poi
decapitata dallo stesso Yoshida di cui sopra. Nel mentre i due sbirri indagano
per porre fine al dominio della temibilissima banda e ovunque vadano trovano
orde di giappi che riducono inevitabilmente tutto a pezzi, data la loro
prestanza fisica. Perturbazione. Chris e Jhonny vengono catturati e portati al
cospetto del grande capo, siamo alla resa dei conti. Ma forse no. Dolph ha l’opportunità
di uccidere il tanto odiato Yoshida, ma lui è un poliziotto integerrimo, non
cercherà una vendetta facile, incastrerà il super criminale seguendo la legge.
Così continua lo strazio infinito che è questo film. Quindi dopo aver tirato
fuori armi di distruzione di massa e fatto a chi ce l’ha più lungo, ognuno se
ne torna a casa propria… ma non prima di aver fatto conoscere al pubblico la
struggevole storia dei due protagonisti. Un’altra donna è ora in pericolo,
Yoshida vuole farla sua, ma Dolph lo tiene d’occhio, entra nella modesta
dimora del boss, salva la triste fanciulla e la porta a vivere con lui in una
casa nel bosco. E poi ancora ammazzamenti da parte dei giapponesi e ancora
minacce di morte di Dolph. La ragazza provvidenzialmente salvata, è la
testimone che serve loro per poter finalmente incastrare l’uomo tatuato. Che
giustizia sia fatta! I due agenti vanno a prenderlo nella sauna, muoiono un
po’ di asiatici nudi, ma il capo del clan riesce a fuggire. Niente di fatto
anche questa volta, e si ritorna a casa. Scena zozza con Dolph e la bella Sato
nudi in una conca, dopo una lunga e tormentata notte lei riesce a sedurre Chris
e finalmente si scioglie tutta la tensione sessuale e fanno all’amore. Dolph
dura tre secondi, dopo di che esce nudo, armato del suo solo membro, ad
affrontare un’orda di orientali che circonda la sua casa. Ma Dolph c’ha la
conoscenza delle arti marziali. Riuscirà il trio Lescano a porre fine a al
dominio del terrore di Yoshida?
Il film è molto brutto, ma tutto è noia in confronto alla scottante
delusione datami da Brandon Lee. Ma io dico, tuo padre spende tutta la vita per
far conoscere al mondo tutto la cultura cinese oscurata per secoli da quella
giapponese e tu accetti di interpretare il ruolo di un figlio del sol levante?
E dopo questo c’è dell’altro. Le scene oberate di scazzottate sono poco
realistiche ed interminabili e i flashback di Dolph bambino sono vergognosi.
Epica la scena di sesso in cui lei è talmente concentrata che sembra stia per
fare la cacca e lui ride come una scimmia da circo. Troppo testosterone dà alla
testa.
Infine:
- non è buona educazione servire da mangiare su di una vagina;
- i bikers in realtà sono dei mollaccioni;
- il futon fa tanto maschio alfa.
Nessun commento:
Posta un commento