Film d’azione e un po’ di fantascienza del 1992, diretto da Roland
Emmerich e interpretato dagli ineguagliabili Jean-Claude Van Damme e Dolph
Lundgren.
Si inizia subito con il botto, Vietnam, un plotone di soldati americani
e qualche autoctono giacciono a terra senza vita, uno dei pochi sopravvissuti
si becca una granata in faccia, che fa sempre tanta scena. Il sergente Andrew
Scott (Dolph Lundgren), che fa malamente il verso al Colonnello Kurtz, è
impazzito e spara a qualsiasi cosa si muova. Ma il soldato Luc Deveraux (Van
Damme), forte del senso di giustizia che è proprio degli statunitensi, si
nasconde tra le fronde e, per salvare la vita di due poveri Charlie senza colpa,
finisce che sfida il sergente in una lotta al testosterone e al quinto minuto
di visione i due protagonisti sono già belli che morti, non senza regalarci
espressioni di struggimento e sofferenza strazianti, roba che se lasci
Sylvester Stallone sul fuoco per un po’, mica ci riesce a fare tutte quelle
smorfie. Il giorno seguente arrivano i soccorsi
dell’esercito americano,
mettono tutti i cadaveri sotto ghiaccio e li spediscono ad un capannello di
scienziati. I soldati più cazzutti vengono trasformati in cyborg e vengono
usati contro i terroristi (che giusti questi ‘mmerricani). In apparenza i robot
non conservano nessun ricordo della loro vita passata, ma in realtà i nostri
due eroi sono un po’ difettati. Segue un attacco terroristico, sventato dai
soldati zombie che sfoggiano degli splendidi auricolari, per ricevere gli
ordini dalla regia, un po’ come quelli
di Ambra ai tempi di “Non è la Rai”. La stampa nel mentre si interroga su chi
siano questi super soldati e tra gli altri c’è un’intrepida giornalista,
Veronica Roberts. Questa elude la sorveglianza della protettissima base
militare e riesce a fare un paio di foto ad un soldato cyborg a caso.
Naturalmente viene scoperta. Tenta la fuga. Van Damme, che tre secondi prima
era nudo e un po’ rincoglionito, adesso esce fuori armato fino ai denti,
cattivissimo e pronto ad uccidere. Ma ecco che vaghi ricordi affiorano alla sua
mente di cylone, prende la giornalista per i piedi e insieme entrano in una
romantica clandestinità. Nel mentre Lundgren li guarda allontanarsi con odio e
riprovazione. La fuga riesce, perché anche se gli americani c’hanno i super
soldati, proprio non stanno dietro ad una bionda e ad uno zombie con le
scalmane. Van Damme va un po’ in giro nudo per il grande paese, sventolando le
sue chiappe e seducendo vecchie tenutarie, tutto questo piace sempre di più a Veronica
Roberts. Andrew Scott però non è un fessacchiotto, localizza il soldato Luc
Deveraux e la sua nuova amichetta e di nuovo fanno a chi ce l’ha più lungo. Dopo aver
polverizzato un intero motel, dove i due fuggiaschi avevano trovato riparo, questi
riescono a scappare di nuovo. E di nuovo inseguimento e di nuovo cose spazzate
via. Ulp! Adesso però anche Dolph sta riacquistando la sue memoria e di
conseguenza la sua pazzitudine. Rimette al collo la sua sua collana di orecchie
di Charlie e mi sa che sono rogne per tutti. Nel momento in cui Van Damme
scopre i piaceri del cibo, Dolph lo stana e decide che è tempo di morire. Chi
avrà mai la meglio? Solo gli scienziati lo possono sapere. E voi, se guardate
il film.
Non avrei mai pensato che una tale pattumata potesse essere nel
complesso piacevole, certo i due steroidi addicted sono morti all’inizio del
film, ma non è comunque giustificata la loro espressività pari a quella di una
foca da circo. I calci volanti del belga si fanno un po’ attendere ma alla fine
arrivano, riempiendo i cuori di gioia. Un po’ calci volanti, un po’ espressioni
da gigione. La nota negativa è che quando tutto sembra finito, in realtà non è
finito proprio per nulla, ma probabilmente è un espediente che tende a caricare
ancora di più il super scontro finale di vis tragica. Infine vi dico che la
colonna sonora fa correre brividi di raggelo lungo tutta la schiena.
Sappiate comunque che:
- se avete bisogno di cauterizzare una ferita, basta usare l’accendisigari dell’auto;
- Van Damme lo fa con i calzini;
- l’Arizona è la Basilicata d’America.
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