mercoledì 30 gennaio 2013

Belve Feroci



Horror del 1984 diretto da Franco Prosperi e interpretato dallo strafottente John Aldrich e dall’arguta Lorraine De Selle.

Sono i titoli di testa a dirci che tutta la vicenda si svolge in una città del Nord Europa a piacimento, famosa per i gabbiani che strillano e per il suo splendido zoo, la cui attrazione principale pare siano le teste di asino mozzate. I due protagonisti, Laura e Rupert, si affacciano sullo schermo e, con una certa sicumera, si dirigono verso lo zoo, del quale Rupert è il veterinario. Già dalle prime battute si capisce che lei è quella pensante, mentre lui è un inarrestabile mascalzone. Panoramica sulle varie bestie che bevono, e già il dubbio si insinua in noi. Dopo di che il coraggioso e seducente veterinario entra nella gabbia di una tigre per anestetizzarla, perché sparargli un siringone da fuori è proprio da scemi. Segue una scena con una bambina nuda, Suzy (figlia di Laura), per la gioia dei pedofili, suppongo. Altro cambio di ambientazione, due ragazzetti
nel fiore della pubertà copulano rumorosamente in macchina, quand’ecco la perturbazione. Un’orda di topi indemoniati esce dalle fogne e, dopo aver fatto aperitivo con un gattaccio rognoso, scarnificano i due ansimatori folli. Per stare  certi di metterci dentro proprio tutto, nel film viene inserita anche la scena di un gruppetto di scienziati avvizziti che festeggiano il compleanno di Darwin. Finalmente Prosperi si decide a sviluppare un qualche straccio di trama e si ritorna allo zoo. Mentre i custodi giocano a briscola e guardano i giornaletti zozzi, gli animali nelle gabbie iniziano ad innervosirsi, i sistema di automazione che controlla l’apertura dei cancelli esplode in mille scintille colorate e, ta-da, le belve sono ora libere di andare a fare un giro, ma non prima di aver sbranato i loro lavativi sorveglianti. La polizia nel frattempo trova il corpo dei due ragazzi e chiede il preziosissimo aiuto di Rupert per sbarazzarsi di tutti quei topi. Il sagace veterinario prontamente risponde: “Bruciateli!”. Il suo contributo però non si esaurisce qua, raccatta un paio di ratti ancora vivi e ritorna allo zoo per analizzarli. Giunto a destinazione trova intorno a sé dolore, morte e distruzione, ma non batte quasi ciglio. Il resto del film è fatto di scene di bestie che arrivano ovunque, anche in aeroporto, e seminano terrore e sangue e un po' di pupù sulla loro strada. Il tutto poi si svolge nell’arco di una giornata, ma alle 18 nella ridente cittadina nordica non c’è già più nessuno per strada, i negozi sono chiusi ed è buio pesto. Dunque, sorvolando sugli elefanti che prendono a culate cose, su bambini che danzano con la grazia di un fachiro su un letto di chiodi, sulle esplosioni inenarrabili, sugli incidenti d’auto rocamboleschi e sul mare di bestemmie, va a finire che è tutta colpa di uno stronzo che ha messo il BCP nell’acqua degli animali. Chi sarà mai questo screanzato? Riuscirà Rupert a mettere fine a tutto questo orrore? La polizia, che agisce con la flemma di Mr. Magoo, riuscirà a portare la calma e la serenità e la gioia di vivere?

 Che dire, il film è lento come la Quaresima e la trama non c’è, la storia non viene sviluppata in nessuno modo (e dire che qualche spunto c’è anche), il finale è altrettanto banale e fine a se stesso. Le scene utili ai fini del film costituiscono uno scarso 5% della pellicola, gli attori sono accettabili, ma suppongo che con un regista di tale levatura non si sarebbe nemmeno potuto pretendere di più. La colonna sonora è terribilmente anni ’80 e dunque terribilmente obbrobriosa. L’unica cosa che di buono ha questa pellicola è che, se volete che i vostri scomposti ospiti vadano via, potete mettere su questo DVD.

Infine:
  •   i bambini sono delle merde;
  •  un elefante è sicuramente più morbido di un muro;
  •   Darwin si sbagliava di grosso.






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