Horror del 1984 diretto da Franco Prosperi e interpretato dallo
strafottente John Aldrich e dall’arguta Lorraine De Selle.
Sono i titoli di testa a dirci che tutta la vicenda si svolge in una
città del Nord Europa a piacimento, famosa per i gabbiani che strillano e per
il suo splendido zoo, la cui attrazione principale pare siano le teste di asino
mozzate. I due protagonisti, Laura e Rupert, si affacciano sullo schermo e, con
una certa sicumera, si dirigono verso lo zoo, del quale Rupert è il
veterinario. Già dalle prime battute si capisce che lei è quella pensante,
mentre lui è un inarrestabile mascalzone. Panoramica sulle varie bestie che
bevono, e già il dubbio si insinua in noi. Dopo di che il coraggioso e
seducente veterinario entra nella gabbia di una tigre per anestetizzarla,
perché sparargli un siringone da fuori è proprio da scemi. Segue una scena con
una bambina nuda, Suzy (figlia di Laura), per la gioia dei pedofili, suppongo.
Altro cambio di ambientazione, due ragazzetti
nel fiore della pubertà copulano
rumorosamente in macchina, quand’ecco la perturbazione. Un’orda di topi
indemoniati esce dalle fogne e, dopo aver fatto aperitivo con un gattaccio
rognoso, scarnificano i due ansimatori folli. Per stare certi di metterci dentro proprio tutto, nel film
viene inserita anche la scena di un gruppetto di scienziati avvizziti che
festeggiano il compleanno di Darwin. Finalmente Prosperi si decide a sviluppare
un qualche straccio di trama e si ritorna allo zoo. Mentre i custodi giocano a
briscola e guardano i giornaletti zozzi, gli animali nelle gabbie iniziano ad
innervosirsi, i sistema di automazione che controlla l’apertura dei cancelli
esplode in mille scintille colorate e, ta-da, le belve sono ora libere di
andare a fare un giro, ma non prima di aver sbranato i loro lavativi
sorveglianti. La polizia nel frattempo trova il corpo dei due ragazzi e chiede
il preziosissimo aiuto di Rupert per sbarazzarsi di tutti quei topi. Il sagace
veterinario prontamente risponde: “Bruciateli!”. Il suo contributo però non si
esaurisce qua, raccatta un paio di ratti ancora vivi e ritorna allo zoo per
analizzarli. Giunto a destinazione trova intorno a sé dolore, morte e
distruzione, ma non batte quasi ciglio. Il resto del film è fatto di scene di
bestie che arrivano ovunque, anche in aeroporto, e seminano terrore e sangue e un po' di pupù sulla loro strada. Il tutto poi si svolge nell’arco di una giornata, ma alle 18
nella ridente cittadina nordica non c’è già più nessuno per strada, i negozi
sono chiusi ed è buio pesto. Dunque, sorvolando sugli elefanti che prendono a
culate cose, su bambini che danzano con la grazia di un fachiro su un letto di
chiodi, sulle esplosioni inenarrabili, sugli incidenti d’auto rocamboleschi e
sul mare di bestemmie, va a finire che è tutta colpa di uno stronzo che ha
messo il BCP nell’acqua degli animali. Chi sarà mai questo screanzato? Riuscirà
Rupert a mettere fine a tutto questo orrore? La polizia, che agisce con la
flemma di Mr. Magoo, riuscirà a portare la calma e la serenità e la gioia di
vivere?
Che dire, il film è lento come
la Quaresima e la trama non c’è, la storia non viene sviluppata in nessuno modo
(e dire che qualche spunto c’è anche), il finale è altrettanto banale e fine a
se stesso. Le scene utili ai fini del film costituiscono uno scarso 5% della pellicola,
gli attori sono accettabili, ma suppongo che con un regista di tale levatura
non si sarebbe nemmeno potuto pretendere di più. La colonna sonora è
terribilmente anni ’80 e dunque terribilmente obbrobriosa. L’unica cosa che di
buono ha questa pellicola è che, se volete che i vostri scomposti ospiti vadano
via, potete mettere su questo DVD.
Infine:
- i bambini sono delle merde;
- un elefante è sicuramente più morbido di un muro;
- Darwin si sbagliava di grosso.
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