Monster movie del 2005 diretto da Fred Olen Ray, già regista di diverse perle trash, accreditato come Ed Raymond, perché ha moglie e figli che provano vergogna.
Ed è subito tensione. Due allegri ragazzotti del Texas trasportano vasi in un vivaio, scambiandosi occhiate equivoche quando uno dei due muore. Il defunto è Miguel, che è obbligatoriamente l'ispanico tra i due. Ma al Sierra Garden non c'è tempo per piangere gli operai sottopagati, bisogna consegnare un carico di lussureggianti filodendri a Los Angeles, affinché possano abbellire il palazzo che ospita gli uffici della redazione di Hurray. E' sabato mattina, lo stabile è deserto, la guardia e due inservienti (uno dei quali con un difficile e drammatico vissuto familiare) si godono la solitudine, fino a quando arrivano in contemporanea la giornalista scandalistica dal piglio pragmatico, la sua schiava mite e sottomessa, un uomo costretto allo spionaggio aziendale dal divorzio, sua figlia, e infine Paolo, il fotografo italiano con al seguito fighe e consiglieri spirituali. Dall'altra parte la polizia, avvisata della scomparsa di Miguel, indaga potendo contare anche anche sul prezioso aiuto dell'agente Lucero del dipartimento dell'agricoltura, che però prima era
nell'FBI, quindi di cose ne sa. La donna si trova a passare di lì perché ha da controllare che non ci siano piante pericolose per la salute per il popolo californiano. E mentre vaga per il vivaio identificando gli insetti in base ai morsi lasciati sulle foglie inciampa nel corpo spolpato di Miguel. Ritorniamo giù in città. Le piante appena consegnate ospitano colonie di formiche che volenterosamente iniziano a colonizzare il palazzo emettendo suoni sinistri. Quand'ecco che una formica grande quanto un mastino napoletano obeso fa capolino dal pavimento e si dedica all'action painting con il sangue anemico dell'inserviente. Quello vecchio. Perché è così che funziona la selezione naturale. Il resto dei superstiti viene guidato verso la salvezza dall'inserviente quello giovane che, improvvisatosi profondo conoscitore di entomologia, suggerisce di salire in cima al palazzo, sulla terrazza dove, evidentemente, non ci sono possibili vie di fuga. Però ci stanno le zozze che posano mezze nude per Paolo. Al vivaio Lucero ha l'illuminazione, a scarnificare completamente il compianto Miguel è stato un puma. Anzi no. E' stato ucciso da formiche giganti, risultato di una prolungata esposizione al plutonio che una banda di terroristi stava cercando di contrabbandare. E quando ci sono di mezzo i terroristi resta una sola arma per sconfiggerli: il trash heavy metal.
Glass Trap è un film mediocre dalle stentate tinte drammatiche, che stranamente vanta un ritmo discreto e ben mantenuto per tutta la durata. Per contro la trama è misera, terribilmente poco originale e trattata ancor meno fantasiosamente. La fotografia da telefilm anni '90 di sicuro non aiuta e ancora meno la sceneggiatura piatta e frettolosa. Tra mutazioni troppo poco plausibili realizzate con pupazzi di plastica c'è persino spazio per una riflessione su scienziati imprudenti e amministratori corrotti. I personaggi risultano patetici e stereotipati in maniera imbarazzante. Insomma un film a basso costo con un basso risultato. Non del tutto sconsigliato se avete tempo da perdere.
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