lunedì 15 settembre 2014

Franco Fabrizi


Franco Fabrizi nasce nel 1916 a Cortemaggiore ed esordisce come attore di rivista nel fotoromanzo Arizona Kid. Inizia poi a dedicarsi al cinema e, dopo aver ricoperto piccoli ruoli, nel 1950 ottiene maggiore visibilità grazie a Cronaca di un amore, primo lungometraggio di Michelangelo Antonioni nel quale interpreta il presentatore della sfilata di moda.


La consacrazione arriva però nel 1953 quando ottiene il suo primo importante ruolo, quello di Fausto, seduttore cinico e spietato, perdigiorno e vigliacco ne I Vitelloni di Federico Fellini. La parte di Fausto, oltre ad essere ricordata tra le sue migliori interpretazioni, gli resterà appiccicata addosso per il resto della sua carriera. 


Negli anni seguenti lavora con Luigi Zampa ne La romana, è poi il superficiale Gianni in Camilla di Luciano Emmer ed è diretto ancora una volta da Federico Fellini e Michelangelo Antonioni, rispettivamente ne Il bidone e ne Le amiche. Nel 1957 Fellini lo vuole nella sequenza iniziale de Le notti di Cabiria.

Durante la sua lunga carriera Fabrizi partecipa a diverse commedie di costume come Peccato di castità di Gianni Franciolini, Una pelliccia di visone di Glauco Pellegrini e Mariti in città di Luigi Comencini, film nel quale è perfettamente a suo agio nel ruolo di scapolo irriducibile. 


Nel 1959 è ancora una volta un rubacuori in Costa Azzurra di Vittorio Sala, nel quale interpreta Nicola, intento a sedurre la bella moglie di un gelosissimo siciliano. Nello stesso anno è Valdarena, il medico senza laurea di Un maledetto imbroglio di Pietro Germi.


Nel 1961 recita al fianco di uno straordinario Alberto Sordi in Una vita difficile di Dino Risi in cui ancora una volta il suo personaggio decide seguire la strada del compromesso. Nel 1965 è diretto da Antonio Pietrangeli in Io la conoscevo bene, nel quale è l'ennesimo uomo che arriva a rovinare la vita di una sfortunata ragazza. Nello stesso anno lavora nuovamente per Pietro Germi in Signore & signori

Nel 1971 è il decadente barbiere di Bogarde in Morte a Venezia.


Dopo un periodo di pausa torna a recitare diretto da Fellini in Ginger e Fred, film nel quale raggiunge ancora una volta l'acme della sua recitazione interpretando un conduttore televisivo di avanspettacolo cinico e insensibile. 

La sua ultima interpretazione significativa è infine quella dell'ossequioso monsignore de Il piccolo diavolo di Roberto Benigni del 1988.

Pur vantando una lunga carriera e una sterminata filmografia, Franco Fabrizi non è mai riuscito ad ottenere un ruolo da protagonista assoluto. Attore di bella presenza, tanto da essere considerato il Cary Grant italiano, si è ritrovato costretto in ruoli da mascalzone, vigliacco, rubacuori o parassita, riuscendo tuttavia a rendere irresistibili e amatissimi tutti i personaggi negativi da lui interpretati. Fabrizi dava sicuramente il meglio si sé proprio nei panni del farfallone superficiale, dotato di un fascino trascinante, di un sorriso impacciato tra il comico e il drammatico, era impossibile non cadere nella trappola di questo imbroglione di gran classe. 


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