venerdì 17 luglio 2015

Frankenfish


Film per la tv del 2004 diretto da Mark Dippé.

Il nero che nel prologo di un monster movie se ne va pacifico a pesca di sogliole deve necessariamente trovare la morte nelle solo apparenti placide acque della palude. E come previsto qualcosa si muove sotto la superficie e lo trascina nelle profondità lasciando che il fiume si tinga del rosso del suo sangue. Il corpo restituito alla terra presenta lacerazioni inspiegabili, spetta ad un brillante medico legare e a una biologa che si fa vento con le foto del cadavere investigare sul triste accaduto. Mentre la moglie del defunto parla agli investigatori di maledizioni e cerchi magici attirando su di sé sguardi di compassione, in città la mala cinese si prepara al recupero di una imbarcazione. Il misterioso cargo suscita l'interesse non solo dei malavitosi ma anche degli inquirenti, è da quella barca che sono evase le tre terribili creature ora libere di spostarsi in acqua divorando tutto ciò che si muove. L'unica del tutto disinteressata alla questione è una florida bionda vestita di un
essenziale perizoma leopardato. Guardie e ladri riusciranno a mettere da parte gli antichi rancori e ad allearsi per porre fine al regno di terrore dei pesci mutanti?

Il geniale titolo (tutto l'estro creativo si limita a questo) lascia ben poco all'immaginazione: l'ingegneria genetica ancora una volta non riesce a controllare i suoi spaventosi prodotti che liberi si ritrovano a serrare in una stretta mortale il classico capannello di stereotipati sprovveduti. Non c'è nient'altro di particolarmente innovativo, ci troviamo di fronte a una delle tante pellicole di genere a metà tra l'action e l'horror che prende a mani basse dalla filmografia che l'ha preceduta. C'è però di buono che gli enormi pesci dalla testa di serpente si mostrano quasi subito in tutta la loro scadente computer grafica e iniziano a dilaniare democraticamente hippie e veterani del Vietnam, producendosi in un trionfo di splatter che trasuda ridicolo. Una lacrima di commozione arriva a rigare il volto quando i pescioni, brutti e sproporzionati, si esibiscono in carpiati, chirurgici portatori di morte. Nonostante la pessima regia e la trama ridicola, miracolosamente non ci sono cadute di tono e la recitazione è molto al di sopra di quanto ci si potrebbe aspettare da un prodotto del genere, anche se tutti si muovono sullo schermo solo al fine di essere divorati. Frankenfish non è certo una perla del cinema votato alla bruttezza, ma un film dalle poche preteste capace persino di strappare qualche sorriso. 

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