Questa quarta stagione continua a convincermi, anche la terza puntata, scritta da Robert Kirkman, viaggia sul costante filo della tensione. Isolation è una puntata lenta, con solo una scoppiettante scena d'azione, ma mai noiosa, che dà più spazio allo sviluppo dei personaggi. Inoltre introduce un futuro ancora meno roseo per i nostri protagonisti, un gigantesco blob di zombie sta marciando lentamente ma inesorabilmente verso il carcere, già fortemente indebolito dall'epidemia.
Cominciamo con Tyreese che proprio non è contento che la sua fidanzata e l'altro tizio, di cui non importa nulla a nessuno, siano stati uccisi. Chiede dunque a Rick di giocare al piccolo investigatore e di scovare chi c'è dietro i due omicidi. Tyreese in questa puntata è in pieno delirio di onnipotenza, sente di essere l'unico ancora in grado di distinguere tra bene e male, quando invece ha semplicemente bisogno di sfogare la frustrazione e la rabbia accumulata negli ultimi mesi. E vai di scazzottata con Rick. In questo modo prendiamo due piccioni con una fava, che pure il nostro sceriffo aveva un po' bisogno di smatteggiare, dopo aver vestito per così tanto tempo i panni del pacato fattore. A questo punto io mi domando come l'erculeo nero possa rispondere all'ipotetica morte di Sasha, data la sua reazione alla morte di una donna conosciuta 4 giorni prima. Che a dirla tutta, vedere Rick che cava un occhio a Tyreese, mi ha messo tanta gioia nel cuore.