lunedì 20 ottobre 2014

Maurice Poli


Francese nato in Tunisia dai tratti marcatamente mediterranei, Poli ricorre spesso nel cinema di genere italiano, con una carriera che parte negli anni '60 per arrivare fino alla metà degli anni '90. E' quindi uno dei pochi interpreti ad aver preso parte a quasi tutti i filoni sviluppatisi all'interno del nostro cinema durante i suoi trent'anni di carriera.

Esordisce sul grande schermo con un piccolo ruolo ne La viaccia, film di Mauro Bolognini del 1961. Dramma che da sempre suscita pareri discordanti, liberamente tratto dal romanzo L'eredità di Mario Pratesi, con Jean-Paul Belmondo e Claudia Cardinale


L'anno seguente interpreta Massenzio, primo ruolo significativo ne La leggenda di Enea di Giorgio Venturini.

Umberto Lenzi gli affida il ruolo di Girobatol in Sandokan, la tigre di Mompracem del 1963. Nel film affianca il protagonista Steeve Reeves e l'antagonista Leo Anchóriz nel ruolo di Lord Guillonk.
Nel 1965 è Alfred nel giallorosa Sette uomini d'oro di Marco Vicario. Pellicola tra le più costose ed esportate della storia del cinema italiano che all'uscita nelle sale ottenne il bando censura per tutti.

Interpreta il ruolo di un agente segreto in Tom Dollar film del 1967 diretto da Marcello Ciorciolini. Nel 1969 partecipa a due film di guerra, ambientati entrambi durante la Seconda guerra mondiale. Il primo è Un posto all'inferno di Giuseppe Vari, pellicola girata con pochi mezzi e senza molta inventiva. Il secondo è Quella dannata pattuglia di Roberto Bianchi Montero che pur cimentandosi per la prima volta in un film di guerra riesce a non sfigurare.


In Shango, la pistola infallibile di Edoardo Mulargia è un messicano, antagonista del pistolero Anthony Steffen, un bandito che tiene in scacco un'intera cittadina del West.

E' Mario Bava ad offrirgli il miglior ruolo in assoluto in Cani arrabbiati del 1974. Thriller, girato per la maggior parte dentro un'Opel Rekord Caravan, considerato uno dei migliori lavori di Bava, ma il film non fu mai distribuito a causa del fallimento della casa di produzione.


Dalla fine degli anni '70 partecipa sempre più spesso a film soft-core. Nel 1987 recita in Urban Warriors nei panni di un sopravvissuto ad un olocausto nucleare, costretto a vivere su un pianeta contaminato. E' poi un ambiguo guardiano nel poverissimo splatter Non avere paura della zia Marta di Mario Bianchi.

Durante gli anni '90 Poli partecipa a pellicole di infimo livello, film realizzati frettolosamente per soddisfare un pubblico senza pretese. 

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