Film catastrofico del 2002 diretto da James Seales che vanta la presenza nel cast di Rutger Hauer e John Rhys-Davies.
In Antartide accadano manifestazioni fisiche mai viste prima, tipo che la neve va a fuoco. A queste bizzarrie della natura troverà una risposta la scienziata Julie che sta per essere salvata da un capitano che a soli quarant'anni è già prossimo alla pensione. Julie conosce i segreti della terra perché studia i sommovimenti del suolo terrestre alle pendici di un vulcano che sputa lava e lapilli. Due mesi dopo ci vengono mostrati tre adolescenti ribelli che vanno per pozzi di ventilazione nella metropolitana. Questa informazione tornerà molto utile alla fine. Rutger Hauer dopo aver collezionato nella sua filmografia partecipazioni a pellicole discutibili, trova finalmente la sua gratifica: è il presidente degli Stati Uniti. Il presidente riceve la scienziata di cui sopra perché pare che madre natura si sia incazzata seriamente e minacci di annichilire tutti i suoi figli. Si scopre che la colpa è dei cinesi che, incoscienti, si sono divertiti a far esplodere ordigni nucleari sotterranei, provocando così una serie di
eventi geotermici che hanno causato profonde fessure nella faglia tettonica del Pacifico. Ed è roba che adesso la terra perderà la sua stabilità climatica friggendoci tutti. L'umanità (sempre rappresentata dall'indomito coraggio statunitense) ha tre giorni per rallentare la folle corsa della faglia. L'unica soluzione possibile è quella di provocare un evento sismico antagonista che si traduce nello sganciare una bomba termonucleare della potenza di 15 megatoni su Los Angeles. Mentre il pentagono si prepara a salvare il mondo, la popolazione vive con dramma l'evacuazione. Pochi, coraggiosi militari sono stati scelti per la missione e prima di partire si stagliano fieri al tramonto. Ma c'è un problema. Mancano le trivelle. Il mondo sta andando in vacca e gli americani non sono in grado di recuperare più di una trivella.
I titoli di testa durano più del film stesso e la pellicola è talmente carica di luoghi comuni e autocompiacimento da risultare gradita. Conflitti familiari strazianti, maschi alfa che si accapigliano più violentemente di due casalinghe ciociare e mortadelle esplosive. E se l'azione, la tensione e la suspance dovrebbero essere accessori imprescindibili per un film tanto avventuroso quanto drammatico qui non compaiono, ma sono degnamente sostituiti dalla noia rotta soltanto da battute imbarazzanti, dialoghi tragici e dallo splendore di Rutger Hauer. Regia e fotografia sarebbero risultate antiquate persino negli anni '70, gli effetti speciali, nemmeno a dirlo, sono inesistenti e c'è una pedanteria di fondo che tormenta e lacera gli animi. Distruggete Los Angeles! è popolato da attori cani contro i quali però non mi sento di inveire, che con una sceneggiatura del genere proprio non avrebbero potuto fare di meglio.
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