Da subito appare chiaro che c'è molta confusione. Frankenstein riceve nel suo castello Dracula, il quale però non si trova lì per una visita di cortesia. Reclama con prepotenza la Creatura, che gli occorre per un qualche oscuro piano diabolico. Fuori la folla inferocita marcia con le fiaccole in pugno. Conclusasi la delirante parentesi appare poi Van Helsing, cacciatore di taglie con tanto di zimarra in cuoio, alle prese con Mister Hyde. Il comando di catturare il mostruoso personaggio gli è stato impartito da un cardinale membro dell'Ordine che dimora nella cattedrale di Notre Dame a Parigi. Adesso è però giunto il momento di fare il salto di qualità, basta con gli abomini da supermercato, è tempo per Van Helsing di andare a caccia del principe delle tenebre. Più che principe delle tenebre, in realtà Dracula è Carletto il principe dei mostri, dato che ha al suo servizio tutte le creature demoniache narrate dai classici della letteratura horror dell'ottocento. Van Helsing giunge
quindi in un piccolo villaggio della Transilvania i cui abitanti vivono nel terrore e vanamente cercano di combattere gli attacchi dei vampiri. Et voilà, appare un licantropo per ravvivare la scena. Dunque, cerchiamo di ricollegare Dracula a Frankenstein. Il vampiro vuole sfruttare gli studi dello scienziato per riportare in vita o in non vita i suoi figli nati ovviamente morti. Il primo incontro tra il succhiasangue e lo sterminatore di mostri avviene a metà pellicola, Van Helsing, confuso dalla sceneggiatura, tenta di uccidere Dracula con un paletto d'argento, subito dopo il conte gli rivela che il suo nome non è Van Helsing, bensì Arcangelo Gabriele. Sgomento.
quindi in un piccolo villaggio della Transilvania i cui abitanti vivono nel terrore e vanamente cercano di combattere gli attacchi dei vampiri. Et voilà, appare un licantropo per ravvivare la scena. Dunque, cerchiamo di ricollegare Dracula a Frankenstein. Il vampiro vuole sfruttare gli studi dello scienziato per riportare in vita o in non vita i suoi figli nati ovviamente morti. Il primo incontro tra il succhiasangue e lo sterminatore di mostri avviene a metà pellicola, Van Helsing, confuso dalla sceneggiatura, tenta di uccidere Dracula con un paletto d'argento, subito dopo il conte gli rivela che il suo nome non è Van Helsing, bensì Arcangelo Gabriele. Sgomento.
Van Helsing è l'omaggio, non richiesto, ai mostri Universal. Sommers non si fa pregare e ce li mette dentro proprio tutti, peccato che già dopo i primi dieci minuti perda completamente di vista sceneggiatura e compattezza della storia. Viene così alla luce una ignobile e irrispettosa serie di plagi, che non si limita alla cinematografia horror ma spazia da Ford a Hitchcock senza nessuna vergogna. Grazie ai 150 milioni di dollari di budget l'azione certo non manca, il povero Hugh Jackman non ha un attimo di requie, e regala diverse perle trash nonostante le quali quest'accozzaglia di nulla risulta ugualmente noiosa fin quasi all'insostenibile. I personaggi hanno la consistenza di un cremino scaduto lasciato al sole. Van Helsing, che cambia nome in Gabriel, è un super gaglioffo con più gadget di Batman. Frate Carl, che mostra davvero poca inclinazione alla religione, è l'amalgama perfetta tra Adson de Il nome della rosa e Q di James Bond. Dell'interpretazione di Richard Roxburgh nei panni di Dracula non voglio dire, perché sono una signora. Poco rispetto e badilate di presunzione, questo è Van Helsing. Quanto meno le musiche di Alan Silvestri sono adeguate e puntuali. Ah, dimenticavo, ogni tanto le genti volano giù dai precipizi.
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