mercoledì 18 febbraio 2015

Them


Il debutto in chiave filosofica di metà stagione pare non voglia finire più. I nostri eroi arrancano lentamente per tutta la puntata lungo la strada, sudati, affamati e pure depressi, seguiti da un piccolo esercito di non morti che non conosce fatica. Maggie, Daryl e Sasha piangono i loro morti e riflettono sul profondo significato della vita. Ed è subito noia.


Lo sceneggiatore cane questa volta cerca di giocare onestamente e ci dice di rassegnarci all'ineluttabile. Lo schema di fondo non cambierà mai, i protagonisti continueranno a muoversi ( e presumibilmente a lagnarsi) fino a quando un qualche errore farà guadagnare loro un sicuro cantuccio in tre metri quadrati di terra brulla. A supportare la tragicità del fato arriva l'ambientazione desolata, la natura selvaggia da cui sono circondati ha da offrire sempre nuove e variegate minacce. Dunque a parte questa sincera riflessione, che poi ci eravamo arrivati pure noi, non c'è nient'altro. 


Them è l'ennesima puntata introspettiva di cui faremmo volentieri a meno. Sono tutti comprensibilmente stanchi e disperati, ma questo non giustifica l'improvvisa cappa di sconforto che li soffoca. Sono stati stanchi e disperati per molte stagioni. Combattono ormai da anni, soffrono la fame ormai da anni, e hanno dovuto affrontare vivi ben più determinati a seminare morte degli zombie, ma improvvisamente crollano distrutti dalla morte di Tyreese e Beth. Dov'è la novità? Si tratta solo un altro paio di cadaveri nel mucchio. Che poi Beth, ve lo voglio ricordare, non se l'è filata nessuno per mesi. 

E come se non fosse già successo nell'episodio precedente, riprendono a chiedersi se hanno la forza per sopportare la crudeltà del mondo, che se non si sono ancora sparati in faccia direi che la risposta è chiara. Solo Carol, sempre più pragmatica e esente dai drammi esistenziali, sembra essersene resa conto. Anche il tema "dobbiamo trovare un posto sicuro o moriremo tutti" era già stato proposto durante la scorsa puntata, ma il posto sicuro bisognerà pur cercarlo. Da dove gli derivi tutta questa improvvisa premura, rimane per me un mistero.


Alla fine, o meglio all'inizio, del lungo viaggio il gruppo di Rick è talmente stanco e provato dalla cattiveria umana da non essere nemmeno sicuro di poter accettare l'aiuto che gli viene offerto. Accettano di buon animo i doni del Signore, e cioè pioggia e carne di cane, ma non l'acqua in bottiglia elargita da una mano misteriosa.

Arriviamo quindi alla scena finale. Aaron appare come un novello Gesù al sorgere del sole e offre loro la salvezza. E' davvero lì per aiutarli o si sta preparando un nuova sanguinolenta battaglia?

Nessun commento:

Posta un commento