giovedì 13 settembre 2012

Zombie Strippers




Film di Jay Lee del 2008, horror demenziale, il cui casting probabilmente è stato fatto da Hefner, o almeno dal suo cappello da marinaretto, dato il gran numero di pubbliche mogli presenti sulla scena. Tra tutte Jenna Jameson che personifica meravigliosamente il connubio “sangue e figa”.

Donne nude, signori, donne nude… ma cominciamo dal principio. George Bush è al suo IV mandato e fa bisbocce con il vice presidente Schwarzenegger, per gli amici Schwarzy. Come possono mai passare il tempo un alcolizzato e il Colonnello John Matrix? Ma naturalmente dichiarando guerra al mondo tutto e tra una guerra in Iraq e una in Francia, alla fine anche i soldati finisco, di solito ammazzati. Ma nessuna nazione può contare tanti scienziati come l’America, e siccome qualcosa gliela devono pur far fare, decidono di impiegarli per trovare la soluzione alla drammatica scarsità di nuove reclute. Il passaggio immediato, scemi
voi se non ci avete pensato, è quello di sviluppare un virus chimico che agisce per rianimare i tessuti morti. Olè! Sperimenta che ti sperimenta, può sempre succedere che qualche zombie ti scappi e che cominci a mangiare gli scienziati di cui sopra. Naturalmente anche a questo c’è una soluzione, quando inizia a piovere merda arrivano a ripulire tutto i soldati più cazzuti tra i soldati più cazzuti che il mondo conosca. Per risolvere la questione il più velocemente possibile e soprattutto senza inutili spargimenti di sangue, che poi da lavare via è complicato e gli immigrati messicani adesso c’hanno le manie di grandezza e non voglio più fare gli inservienti, viene data loro in dotazione una super arma elettromagnetica, che però non è che funzioni un granché bene perché, per risparmiare,  l’hanno fatta progettare al cugino scemo di Tesla. Vabbè in pratica susseguono attimi di panico e uno dei soldati viene morso da un non morto e siccome appena prima un cinese si era beccato una pallottola in fronte per lo stesso motivo, questo prende e, senza dire niente a nessuno, se ne va a donne. Passando da una botola all’altra il fortunello arriva dritto dritto sul palco di uno strip club. Segue una decina di minuti buoni di tette e culi, che ci sta sempre bene, poi il soldato spira e viene lasciato in un angolino, che tanto poi qualcuno che c’ha un po’ di pietà e ti seppellisce si trova sempre. Ancora tette e culi, che ci sta ancora sempre bene. Ad un certo punto il soldato si riha e azzanna alla gola proprio la spogliarellista delle spogliarelliste, cioè Kat, cioè Jenna Jemeson. Ma lei non è una che porta rancore e, adattatasi subito alla sua condizione zombesca, si rifà il trucco e poi torna in scena e balla come se non ci fosse un domani. Dopo il suo spettacolo i maschi sono letteralmente in visibilio, e al gestore del locale, lo schifettoso Ian, la cosa piace, perché le spogliarelliste zombie non si stancano mai, ti fanno guadagnare dei gran soldi e in cambio ti chiedono solo un po’ di fegatello di campagnolo in salmì.  Pare proprio che ai bravi frequentatori dello strip club piaccia molto di più il dolce sapore della putrefazione delle carni piuttosto che un paio di chiappe sode, e dunque anche tutte le altre messaline seguono la via di Kat e si trasformano in mignotte zombie, perché non è che sono le figlie del prete e c’hanno diritto anche loro. Ma poiché nel mentre i baldanzosi soldati si sono accorti di averne perso uno e c’è sempre la solita carogna che poi ti combina un casino, il film prende tutta un’altra piega, previdibilissima, ma prende comunque un’altra piega.

Il film è molto gradevole e c’è una perfetta proporzione tra puppe-culi e splatter. La trama non è originalissima, ma non ha nemmeno la pretesa di prendersi troppo sul serio. I personaggi sono molto stereotipati e per questo molto divertenti. Le scene memorabili abbondano, il sempre classico “morso del pene”, il combattimento tra puttanelle zombie con tanto di palle da golf sparate dalla vagina, crani aperti a metà e teste imbustate.  Spettacolare anche il trucco, in particolare quello di Jenna Jemenson.

Ma queste ragazze oltre a spogliarsi e a citare Nietzsche alla cazzo hanno anche molto da insegnarci:
  •  se da viva sei mignotta, da zombie sei mignotta ++;
  •   se sei fatta di silicone ce ne vuole di tempo per putrefarti;
  • mai dare dell’ottimista ad una spogliarellista, che se anche fanno un lavoro del genere, non è mica detto che non siano brave ragazze.





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