domenica 15 dicembre 2013

La Tomba


Bruno Mattei, sotto lo pseudonimo di David Hunt, tanta la vergogna per le mondezzerie che realizza, dirige La tomba. Questo capolavoro del 2004 è stato scritto dallo stesso geniale Mattei con la collaborazione di Barbara Di Girolamo e Giovanni Paolucci. Ho scritto i nomi degli sceneggiatori così che possiate guardarvi bene dal visionare qualsiasi altra eventuale loro opera. 

Nell'antica città di Tehuantepee il sacerdote Tatamacky sta per sacrificare delle giovani donne, dalle tette microscopiche, alla dea Coaltique, così da riportare la spietata divinità in vita. Proprio mentre la settima e ultima vergine sta per essere gettata nel pozzo dei sacrifici, arrivano ad interrompere la cerimonia le guardie del re, senza nessun'altra protezione se non degli splendidi mutandoni bianchi, in modo da essere più facilmente accoltellati. Nello scontro tra le forze del bene e quelle del male, il gran sacerdote rimane ferito, dunque la sua assistente strega pensa bene di finirlo, in modo da farlo cadere in un sonno millenario dal quale
si desterà solo quando arriveranno a risvegliarlo i predestinati. Duemila anni dopo, accompagnati dal ritmo coinvolgente de La bamba, arriva in Messico un gruppo di archeologi decerebrati, appena uscita da una pellicola soft porn degli anni '80, che si guardano intorno smarriti alla ricerca dell'esimio professor Santos. Santos, incaricato di guidarli per templi maya. Questi arriva carico di allegria, inizia ad annusare le femmine e offre a tutti un giro di tequila. Vanno quindi tutti insieme in un postaccio dove viene proposta tutta la discografia di Britney Spears e un'autoctona balla forsennatamente con indosso solo una piuma di piccione a coprirle le pudenda. Poco dopo sale sul palcoscenico una maitresse, che danza tra le fiamme con tanto di pitoni che la cingono tutta. Santos vede la donna trasformarsi sotto i suoi occhi in una creatura demoniaca, dunque scappa via terrorizzato e va a rifugiarsi in un cimitero con scheletri che sorgono dalle tombe e statue che si animano, per poi morire seppellito vivo da ridanciani chierichetti. Gli archeologi si trovano dunque perduti senza la loro guida, ma essendo delle menti elette non si perdono d'animo e chiedono ad una guaritrice a caso, che esorcizza un'adolescente  cui proprio non piace la passata di piselli, di far loro da cicerone. Gli scienziati, come hanno il cattivo gusto di definirsi, e la veggente si addentrano nell'insidiosa foresta messicana, facendosi largo tra le fronde a colpi di coltellino svizzero. Percorsi ben due metri, una, tra i promettenti studenti di archeologia, viene inghiottita dalle sabbie mobili. La ragazza urla e si dimena, e quando sembra che sia stata ineluttabilmente inghiottita dalla terra, la temibile guida la tira fuori dalla melma con la sola imposizione delle mani. Come se nulla fosse accaduto ripartono tutti alla volta del tempio. Giusto il tempo di urlare per un altro paio di minuti perché uno stormo di uccelli si è alzato in volo, che i nostri eroi giungono all'antica costruzione maya. La strega sghignazzando dice loro che verranno compiuti dei sacrifici appena varcata la soglia del tempio ma, essendo gli archeologi particolarmente svegli, non battono ciglio ed entrano festanti ed eccitati. Una volta dentro, la divinatrice autoctona convince il più tordo del gruppo a seguirla, perché possa mostrargli il tesoro custodito nell'antico luogo di culto, e lo invita a scoperchiare il sarcofago che custodisce da millenni il corpo del sacerdote di cui sopra. La situazione si fa drammatica, ma il gruppo di scienziati ha sintonizzato i walkie talkie.

Film imbarazzante, pieno di incongruenze e con dialoghi disumani, che fa altrettanto imbarazzanti omaggi a L'Armata delle Tenebre e alla trilogia di Indian Jones, e come se non bastasse 'sti maya sono niente meno che dei filippini. Che Mattei sa come rendere moderno un film esotico. La tristezza mi assale quando penso alla trama inesistente e alla pietosa performance di ogni singolo attore, che non ce n'è proprio nessuno che mostri un minimo di dignità nella recitazione. Personaggi piatti, che non provano alcun sentimento, si tratta semplicemente un branco di idioti cagasotto che non si sforzano minimamente di collaborare nemmeno quando iniziano a morire come mosche. Ovviamente la pellicola è stata girata con pochissimi soldi, e si vede, ma nonostante questo ostenta una sfarzosità che non può permettersi. Musiche trionfali, fotografia smarmellata da film porno, scenografie disegnate su cartone con i colori a tempera, ferite che non sanguinano, fiumi di Tavernello usati per la mummificazione. Tutto è involontariamente ridicolo. L'eccessiva durata del film e la seriosità di fondo quindi non riescono a divertire lo spettatore, solo a deprimerlo. Profondamente. Non ci sono scene splatter, né sexy, né tanto meno divertenti, insomma non c'è nulla che possa concederci un minimo di gioia. In pratica si tratta di un film inutile girato da un uomo le cui braccia sono state chiaramente rubate all'agricoltura. 



3 commenti:

  1. Ammazza che schifezza hehehehe :-D

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  2. son d'accordo con te per partito preso, anche se mattei è il maestro che ci ha fornito Rats (il cui finale vale da solo la fatica di scaricarlo)

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    1. E come dimenticare Robowar. Mattei è sempre nei nostri cuori.

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