Avevamo lasciato il nostro gruppo di depressi sopravvissuti, il gagliardo Rick e la sua ganga, intrappolati nella capitale cannibale dei sud. Gruppo arricchito dalla nuova, preziosissima presenza del MacGyver scemo che millanta conoscenze di cui evidentemente non è in possesso, e privato dell'altrettanto preziosa e gradevole presenza di Beth, rapita da misteriosi furfanti.
La scorsa stagione si è divisa tra momenti di forse pathos e tachicardia e sbudellamenti e fiotti di sangue e momenti di infinita noia nei quali i personaggi erano malamente intenti a raccontare le loro più profonde paure e mancanze e sentimentalismi un tanto al chilo. Sicuramente l'introduzione di Terminus e dell'inquietante culto cristiano fornisce materiale sufficiente perché questa quinta stagione mantenga alte la tensione e la violenza per tutti i sedici episodi. Che poi è quello che vogliamo. Morte e orrore.
No Sanctuary riprende il racconto immediatamente dopo gli eventi conclusivi della quarta stagione, Rick e i suoi sono intrappolati nel vagone e per combattere la monotonia delle ore sempre uguali a loro stesse pensano bene di costruire armi improprie con le quali accecare i loro carcerieri. E mentre tutti sono diligentemente a lavoro il nostro MacGyver scemo si produce in bestialità come suo solito. Purtroppo per loro i cannibali si sono fatti furbi e riescono a trascinare fuori, senza colpo ferire, Rick, Bob, Daryl e Glenn incaprettati e pronti al macello. Nell'istante esatto in cui Rick si prepara a staccare un'altra carotide a morsi per difendere la sua famiglia allargata, un'esplosione interrompe la mattanza, dando così il tempo al nostro prode eroe di organizzare il contrattacco e tagliare gole a destra e a manca.