Nosferatu, il principe della notte [Werner Herzog, 1979]
Jonathan Harker è incaricato di trattare l'acquisto di una vecchia casa di Wismar, dunque lascia l'Olanda e raggiunge la Transilvania. La moglie Lucy, vittima di sinistri incubi, si oppone inutilmente alla sua partenza. Arrivato, Jonathan incontra alcuni zingari che gli sconsigliano di proseguire verso il castello, ma l'uomo decide di continuare il suo viaggio. Troppo tardi scoprirà cosa minaccia quella regione.
Omaggio all'espressionismo tedesco che maneggia il romanzo di Bram Stoker con rispetto e dedizione arricchendolo di riflessioni sulla vita e soprattutto sull'infelicità da essa inseparabile. Già solo l'inizio, con la sua carrellata sui corpi mummificati, è un piccolo capolavoro. Il Nosferatu interpretato da Kinski è un uomo misero, condannato in eterno al dolore e alla solitudine e che non può ambire alla morte come liberazione. Si ritrova condannato a ripetere la stessa vita, ormai priva di emozioni autentiche, attraverso i secoli. E il film sembra cucitogli addosso, Kinski è il lascivo portatore di morte che pure, dotato di psicologia complessa, si rivela fragile. La narrazione rallenta quando si ha a che fare direttamente con il vampiro che assiste allo scorrere del tempo con monotonia, dunque la sceneggiatura cerca di ricreare la stessa percezione di asfissia che caratterizza i giorni della creatura. La collocazione temporale confusa è magnificamente incorniciata in una fredda ambientazione velata da ombre che a tratti lasciano intravedere colori morti. I passaggi narrativi sono eleganti e le lunghe scene prive di dialogo sono rese più vivide dalla scenografia curata e di grande effetto. La colonna sonora magnifica l'intera pellicola e non solo con Wagner ma anche con le musiche originali dei Popol Vuh.
Herzog non dirige un horror tradizionale, sono banditi il pulp e l'erotismo, il suo Nosferatu risulta un'opera nera di carattere quasi religioso che lascia in bocca un retrogusto amaro. Una delle poche opere moderne che ha ridato splendore al classico di Bram Stoker in un mare di ciarpame.
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