venerdì 29 maggio 2015

Kung Fury


Mediometraggio realizzato grazie alla campagna Kickstarter che ha conquistato l'internet e permesso a David Sandberg di raccogliere tre volte la cifra richiesta. 

A Miami le machine si ribellano contro gli umani mentre il nostro eroe fa il suo ingresso in scena inserito in un contesto soft porno. La città ha bisogno di lui, un cucciolo è in pericolo di vita e lui deve correre. L'onore e l'onere di essere il poliziotto migliore del mondo gli è piovuta dal cielo in una fredda notte d'inverno in quel di Miami. Un fortunoso incontro l'ha trasformato ne Il Prescelto, Kung Fury. Che poi è andata anche grassa, se l'è cavata senza nemmeno un giorno di allenamento. Risolto il problema, la tranquillità di Miami è sconvolta da un nuovo accadimento. Arriva Hitler, il Kung Fuhrer. Per combattere un così temibile nemico Kung Fury avrà bisogno dell'appoggio di una squadra. Che smacco per uno che ha scelto di combattere da solo.

Pastiche kitsch vintage di arti marziali, con tanti di nazisti, dinosauri e vichinghi ideato da uno svedese che si perde più nell'omaggio ai videogiochi che non agli action movie anni '80 e che riesce a fare il colpaccio reclutando il sex symbol secondo solo a Mickey Rourke per l'uso smodato di botulino: David Hasselhoff. La coesione narrativa non è certo il punto di forza di questo film che presume di poterne fare a meno. La caratterizzazione dei personaggi viene lasciata alla libera ispirazione dello spettatore, ma è l'unico aspetto che trova pienamente conforto nell'infinita schiera di action movie che l'hanno preceduto e dunque anche il meno impugnabile. Kung Fury è un discutibile omaggio alla filmografia negli anni '80 pur non essendo un film, si tratta piuttosto di trenta minuti di gag più o meno riuscite, ricucite insieme senza tener in nessuna considerazione le tre unità aristoteliche. Bravo Sandberg nell'interpretare il protagonista, convincente è l'impassibilità del suo sguardo così come la presenza fisica. Un po' troppo lezioso è invece Jorma Taccone nel vestire i panni di Hitler. Nonostante il Nintendo Power Glove, Kung Fury non è però Manborg, è solo il delirio di un tizio che ha passato gran parte della sua vita a giocare a Double Dragon. E non è nemmeno un film brutto perché non è capace di camminare lungo il sottile confine tra il buono e il cattivo gusto, avanza invece a larghi passi e consapevolmente verso il ridicolo nemmeno arginato da uno straccio di struttura. Kung Fury è un grazioso montaggio di immagini caratterizzate da una bella grafica, un divertissement e come tale è bene che sia considerato. 


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