First of His Name

Un matrimonio in cui incredibilmente nessuno muore, un nuovo re e sempre la stessa bisbetica regina. In First of His Name tutto si svolge velocemente in modo da riportare l'azione a Nord dove quella che sembrava essere una notevole deviazione rispetto al libro, si riduce ad un inutile giro dell'isolato. E' bello prendere atto che tutte le mie speculazioni fatte sui due Stark che si corrono incontro al castello di Craster si risolvano in fuffa. 

Finalmente sale al trono un re che è quanto di più diverso dal precedente coglione sadico e il popolo tutto invece di lanciare raudi e costruire per l'occasione nuovi bordelli e case da gioco, fa malamente finta di essere inconsolabilmente triste per la tragica dipartita di Joffrey la merda. Tywin, che è sempre sul pezzo, già si prepara a perpetuare il suo regno infinito, premurandosi di consigliare il re bambino e di manipolarlo come un burattino. Tommen nella serie tv è più grande di quanto non sia nel libro, dunque il rapporto con la lasciva Margaery è inevitabilmente diverso, qui i due si lanciano occhiate languide e promesse di intense notti d'amore. Quand'ecco che a rovinare i piani della vedova allegra arriva, terribile, Cersei. La sua posizione sulla giovane Tyrell sembra tuttavia essersi ammorbidita, Cersei odia talmente Tyrion da non riuscire a vedere nessun'altro come possibile omicida del suo primogenito e a non desiderare più nient'altro se non la morte del mezz'uomo. E dire che Approdo del Re tutta aveva dei validi motivi per desiderare Joffrey cadavere. 

Dall'altra parte del mare Stretto Daenerys decide che a Meereen ci si trova bene e che vuole rimanerci per mettere su famiglia. Decide quindi di restare per governare la città così da guadagnare pienamente il titolo di regina e di conseguenza il rispetto dell'intero occidente. A mio parere a Westeros avrebbero finalmente smesso di considerarla la bimbominkia qual è se avesse scelto di continuare il suo viaggio lasciandosi alle spalle odore di barbeque e fiumi di sangue.

Per Sansa le rogne non sono finite, arrivata a Nido dell'Aquila è stata subito accolta dalla follia omicida della zia, madre di un figlio, se possibile, anche peggiore. In pratica Lysa, che ritiene che i suoi sudditi siano tanto più felici quanto più lei urla di piacere, c'ha le manie di persecuzione, Robin è un mentecatto con la passione per i baratri e Ditocorto è misericordioso quanto una mamba nero. Ancora una volta Sansa si trova in ottime mani. 

Le coppie Brienne-Pod e Mastino-Arya rappresentano la linea comica della stagione. C'è di buono che tra un siparietto alla Benny Hill e l'altro, entrambi i giovani hanno modo di tratte insegnamento dai loro compagni di viaggio. Pod impara che prima di cucinare un coniglio è buona creanza prima scuoiarlo, Arya invece che per sopravvivere in battaglia servono fondamentalmente due cose: un'armatura e un'enorme spada del cazzo. 

Arriviamo infine ai Guardiani della Notte che giungono al  castello di Craster per prendere a calci in culo gli ammutinati. E mentre Hodor si produce in uno spezza collo notevole scoprendosi capacissimo wrestler, Bran conferma di essere scemo. Ha la possibilità di riabbracciare Jon e di trovare finalmente aiuto e protezione e invece sceglie di inseguire il suo sogno più grande: venire fagocitato da un albero. Ma alla fine il bene trionfa e tutti insieme godono dello straordinario spettacolo che il mastio in fiamme offre loro, non badando minimamente al consiglio di una delle mogli di Craster, e cioè che per evitare che i morti ritornino dagli inferi bisogna che vengano bruciati. 

Ad oggi, l'unico Stark ancora in grado di darci soddisfazioni è Jon. Tutto il resto è semplice vanità.