venerdì 26 luglio 2013

Megaforce


Hal Needham ha avuto la straordinaria abilità di dirigere il più bel film d'azione degli anni '80 tutti,  che ha in sé la sagacia di Commando, l'analisi introspettiva Full Metal Jacket e la spettacolarità di Star Wars. Signori, sto parlando di Megaforce, che può inoltre vantare la sempre gradita presenza di Henry Silva.

Nell'oscurità più totale si intravede l'ossuto volto di un soldato russo, che subito capisci che è la linea comica, che legge il Manifesto del Partito Comunista ad una decina di deportati di Auschwitz. Seguono esplosioni che nemmeno in Apocalypse now. Pare che da mesi l'esercito di Gurerra, terrorista dello Sghimbescia, non faccia altro che oltrepassare il confine, tanto che la cosa è diventata insopportabile al generale Byrne-White. Dopo 10 minuti buoni di sguardo perso nel vuoto, finalmente capisco che due nazioni sono in guerra tra loro. Non riuscendo il generale Byrne-White a fare fronte, nel rispetto delle leggi, ai continui attacchi del cubano Gurerra, decide di rivolgersi ai valorosi mercenari della Megaforce, che tanto nessuno sa che esistono, pur essendo finanziati
da tutti gli stati del mondo. Si tratta quindi di un super esercito di addestratissimi soldati con a disposizione le armi più fantasticamente tecnologicissimamente avanzate dell'universo, come ad esempio la vernice fotosensibile. Il generale dunque, accompagnato dalla soldatessa zozza Zara, nonché unica figlia del presidente della Repubblica di Anguria, chiede un incontro ai mercenari. Abbandonati da una macchina in mezzo al deserto, i due vengono poi accolti da un redneck membro dei Megaforce di nome Dallas, che alla mamma ci piaceva tanto quella telenovela. Gli uomini della forza speciale sono un poco rustici, però c'hanno gli ologrammi porno, ascoltano Vivaldi e si esercitano sparando alle palle di carta pesta lanciate in aria. Gli ospiti sono trasportati alla base super segreta dove vengono mostrati loro degli stabilizzatoti giroscopici capaci di sopportare una potenza di addirittura 5 megatroni, che però pare non servano ad altro. Zara è attratta dall'irresistibile, rude fascino del capitano Asso Laser, così i due intraprendono un dialogo straripante di doppi sensi, e mani sfiorate e sguardi languidi. Ma non c'è tempo per l'ammore, è necessario agire prontamente, viene allora elaborato in piano d'attacco per sconfiggere definitivamente Gurerra, facile ed efficace. Le truppe Megaforce adescheranno l'acuto guerrigliero, lo costringeranno a varcare il confine e solo allora lo inchiappetteranno. Zara, sempre più ansimante, vuole partecipare alla missione e, per dare prova del suo valore di capace militare, si lancia dall'aereo nonostante sia mestruata. Superato l'esame, Asso si complimenta con la zozza, ma le dice tu rimani qua che quando torno voglio trovarti tutta nuda nel letto. Ciao bella, ti chiamo io. La missione ha inizio, mentre l'inconsapevole Gurerra gioca a scacchi con il fedele Groucho Marx. Anche in questo caso l'azione si svolge di notte, nel buio più pesto, ma per fortuna mille esplosioni illuminano lo schermo. Yeeeh! La missione è riuscita, le basi nemiche sono state distrutte, quand'ecco che il rivoltoso Gurerra varca il confine a bordo dell'elioambulanza ridendo e dicendo a tutti i megaforciani che hanno 24 ore per sfuggire alla sua terribile ira. Mumble, mumble.

Non chiedete, guardate quest'opera magna e se ci capite qualcosa, per favore, spiegatemelo.

Il film si regge su dialoghi insensati e raggelanti che imbarazzerebbero persino Sara Tommasi, la storia non segue nessun filo logico, la maggior parte della pellicola si risolve in scene incomprensibili e ripetitive, perdendosi nella regia delirante di Needham. Le scene di combattimento sono indecenti, quantità industriali di mezzi pacchiani e lucine colorate il tutto condito da un tripudio di esplosioni esagerate e dissennate. Ad ogni modo vi consiglio caldamente di guardare questo capolavoro, anche solo per i minuti finali, durante i quali Asso sfugge ad una mortale esplosione a bordo di una moto volante, con i suoi uomini osannanti e la zozza che gli regala un sorriso d'amore mentre la brezza le accarezza la chioma. Decisamente peggio girata, ma non meno coinvolgente, è la scena, probabilmente sceneggiata da Liala, in cui Asso e Zara si lanciano dall'aereo rimanendo sospesi nell'aere a fluttuare con leggiadria come i delfini nella baia di Taiji. Il principale motivo per cui dovete assolutamente guardare Megaforce però è un altro: questo è il primo, e quasi sicuramente anche l'unico, film di guerra in cui non muore mai nessuno.


Volevo solo dirti che i cattivi perdono sempre, anche negli anni '80.

Nessun commento:

Posta un commento