L'antagonismo tra Gareth e Rick si è risolto in questa puntata. Così, d'emblée. L'episodio è stato rapido e indolore, ci sono stati due buoni colpi di scena ma ha peccato nella messa in scena, non riuscendo a farci empatizzare quanto avrebbe dovuto. E, ad ogni modo, il nuovo big bad Garteh che mangia la gente, avrebbero potuto sfruttarlo per qualche puntata altra.
Lasciar vivere i nostri eroi in una chiesa isolata nel bosco, con le inscrizioni demoniache sulle pareti e con i cannibali che girano in tondo praticando macumbe e mangiando uno alla volta gli elementi più deboli del gruppo sarebbe stato notevolmente inquietante.
Cominciamo con il parlare di Abraham che, per salvare l'inutile vita di Eugene il minchia, si mette contro Rick ( quello stesso Rick - ve lo vorrei ricordare - che ha ammazzato un uomo a morsi). Non si fa Abraham, non si fa. Glenn cerca di evitare lo scontro diretto tra i due, che sarebbe inevitabilmente finito a schifio, proponendo una soluzione geniale. L'ennesima divisione del gruppo. Abraham quindi parte, nonostante l'unica fonte di pericolo sia stata recisa alla radice, e dubito fortemente che il capannello di militari allo sbaraglio riesca a fare molta strada prima di essere costretto a fermarsi.
Rick, consapevole di essere il bersaglio dei cannibali dopo il racconto di Bob, elabora un piano diabolico per eliminare definitivamente gli abitanti di Terminus. Rick già in tempi non sospetti sapeva che lasciare in vita Garteh avrebbe generato una graziosa montagnola di merda e avrebbe esposto tutto il gruppo ad una ulteriore minaccia. Dunque l'unica conclusione possibile è quella di sterminare il gruppo di Gareth. Tutto si conclude con un accanimento furioso sui corpi degli sfortunati cannibali dentro la casa del Signore, accanimento che non sarebbe stato perdonato a nessun'altro se non a Rick. Lo sceriffo ha due bambini da proteggere e ha conosciuto una volta di troppo la frustrazione di non essere in grado di difendere se stesso e le persone che ama.
Tyreese, invece, uccide solo per gentilezza. Cerca di stare il più possibile lontano da omicidi e sbudellamenti e regolazione di conti, fa di tutto per essere un buon uomo, ma quando c'è da compiere un atto di misericordia che gli altri non riescono a compiere è pronto ad assumersi questo onere. Tyreese sembra l'unico ad aver capito che non è più possibile vivere, quindi non gli resta altro che cercare di sopravvivere.
Interessante è la contrapposizione Tyreese - Martin. Tyreese non può uccidere Martin se non rischiando di diventare egli stesso Martin. Uccidere per rabbia lo porterebbero a considerare l'amore e la violenza come semplici termini assolutamente privi di significato.
E infine Daryl spunta dalle fronde e porta con sé una sorpresa.
Four Walls and a Roof non è stata efficace quanto le due puntate precedenti, ma ha tenuto un buon ritmo e si è bastata su dialoghi coerenti e credibili, quindi per quanto riguarda questa quinta stagione The Walking Dead continua a funzionare bene.
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