mercoledì 12 novembre 2014

Self Help


Mentre Rick e co. giocavano agli allegri fattori, Abraham, Rosita e una dozzina di altri trascinavano Eugene in lungo e in largo, dal Texas alla Georgia, a peso morto, sicuri di avere una speranza, di essere in marcia per salvare il mondo. Hanno combattuto per il portatore di mullet e molti di loro sono morti e infine la rivelazione, ogni atto e sacrificio si è rivelato inutile.


Le battute d'arresto e gli ostacoli si accumulano fino a diventare insormontabili. Il bus su cui si trova il gruppo di militari detona dopo essersi allontanato un paio di metri dalla chiesa; il camion dei pompieri, nuovo mezzo di trasporto (scelto oculatamente, che tanto consuma poca benzina), li lascia a piedi ancor prima di salirci a bordo; e infine, all'orizzonte, compare un ranch in cui si allevano zombie a livello industriale. Ma in Abraham è ancora viva la determinazione, tanto da comunicare al resto degli altri il malsano piano di attraversare una distesa sterminata di smascellati che pascola serenamente nella brughiera. A questo punto Eugene il temerario è costretto a sputare il rospo e a rivelarsi per quello che è, un minchia. E Abraham muore un po'. 


Persino gli sceneggiatori si erano mossi a pietà e avevano cercato di farlo capire in ogni modo che Eugene era un cretino, sguardo vivace e capacità strategiche proprie di un cavallo con la testa mozzata, ma su questo punto Abraham non è stato particolarmente recettivo. Non avrei mai creduto che la verità sarebbe venuta fuori a questo punto della serie, forse sarebbe stato più saggio aspettare la metà di stagione per creare suspance e attesa riguardo la morte del genio della capigliatura anni '80.

Eugene vive sfruttando persone di cui evidentemente non si fida, perché oltre ad essere vile ha anche la pretesa di essere l'unica brava persona ancora in vita, altrimenti non avrebbe avuto nessun motivo valido per mentire per cercare di salvare la pelle. Eugene mente senza provare vergogna o senso di colpa e si premura di adoperarsi il meno possibile lungi dall'urgenza di partecipare alla vita di gruppo. Non ha mai avuto lo slancio di muovere un dito in tutto questo tempo e no, sprecare 500 litri d'acqua non è da contare tra le buone azioni.


Sembra poi che l'unico modo che The Walking Dead ha per sviluppare i singoli personaggi è quello di separarli dal resto del gruppo dedicando così loro un intero episodio. E' sicuramente difficile mettere a fuoco un così consistente numero di caratteri, ma sarebbe stato decisamente più efficace che la storia di Abraham fosse venuta alla luce all'interno del gruppo, in questo modo sarebbero state più comprensibili le dinamiche che lo spingono ciecamente a percorrere la strada verso Washington DC.

Spezzare i personaggi in vari gruppi e mandarli verso nuove mirabolanti avventure isolati da tutto il resto non fa che aumentare la frammentarietà dell'intera stagione, certo è che ci si salva dalla noia di una vita da pastori protestanti di campagna, ma resta il fatto che in questo modo la serie non riesce ad essere organicamente strutturata. Che poi sarebbe molto più gratificante per noi sadici spettatori vedere Rick, Dawn e Abraham in lotta per il potere e la sopravvivenza.

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