Fan movie totalmente finanziato in crowfunding, diretto da Claudio Di Biagio e scritto da Luca Vecchi, dedicato a Dylan Dog, indagatore del mistero nato dalla matita di Tiziano Sclavi per la Sergio Bonelli Editore.
La vicenda non si svolge a Londra ma nella ben più evocativa e decadente Roma. Sul ponte di Castel Sant'Angelo una ragazza assiste atterrita all'apparizione di un fantasma che lentamente si stacca la testa dal collo. Del suo caso si occupa Dylan Dog che inizia ad indagare aiutato dall'ispettore Bloch (Alessandro Haber) e dalla signora Trelkovski (Milena Vukotic). Tra le tappe della ricerca ci sarà anche Safarà, il negozio di antiquariato del misterioso Hamlin. A Groucho è ovviamente affidata la linea comica.
Vittima degli eventi capita in un momento particolarmente favorevole, quello del rilancio del fumetto ad opera di Roberto Recchioni e per questo motivo Dylan Dog è costretto a citare più volte se stesso per riassestare l'immaginario collettivo dopo il pessimo lavoro operato dal cinema e, negli ultimi anni più spesso di quanto ci si potrebbe aspettare, anche dagli sceneggiatori Bonelli. Il film infatti è disseminato di riferimenti e non mancano inaspettati slanci parodistici; magnifiche sono poi le scenografie e la messa in scena degli ambienti, ricostruiti con una cura quasi maniacale per i dettagli. Una black comedy umoristica e forse troppo poco feroce con un inedito Groucho dal carisma acido, quasi aggressivo, che Luca Vecchi non riesce pienamente a gestire, pur riconoscendogli che domare il carattere del buffo assistente non è di certo cosa facile. Un piccolo appunto si potrebbe fare all'accento romano, che spesso ha la meglio sulla recitazione, di Valerio Di Benedetto compensato però da una mimica facciale ben studiata. Azzeccatissima la scelta della Vukotic, meravigliosamente inquietante nei panni di Madame Trelkovski. Insomma il risultato è più che sufficiente, soprattutto tenendo conto del budget ridicolo e della regia esordiente, una menzione speciale va alla fotografia noir di Matteo Bruno, che spesso strizza l'occhio alle tavole del fumetto. In conclusione Vittima degli Eventi evoca, come a nessun'altro era ancora riuscito, il vero spirito dell'indagatore dell'incubo.
Indagatore dell'incubo però, questo te lo devo dire :)
RispondiEliminaQuindi che faccio, lo guardo? Mi sembra di sì da come ne scrivi, anche se sull'accento romano ho avuto qualche ripensamento... che vita di stenti e privazioni!
Eh vabbè, io c'ho la licenza poetica. Comunque si, guardalo perché è molto carino, nonostante il Dylan Dog ciociaro.
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