Plissken è il mercenario che ha in sé l'agilità di Bruce Lee, la determinazione del protagonista de The Exterminator e l'autorevolezza di Darth Vader doppiato da Clint Estwood. Questo è quello che Kurt Russel vede in Jena, reso ancor più incrollabile dall'iconica benda e dalla giacca di pelle. Nasce così un antieroe risoluto, taciturno e talmente figo da far prudere la patatina anche ai maschi nerboruti.
1997: Fuga da New York si svolge attraverso la notte perenne di un quartiere di St. Louis realmente devastato da un incendio. La libertà è ormai un valore distorto che inizia e ha fine proprio su Liberty Island, luogo in cui le ottuse ambizioni umane si scontrano in una coreografia potentissima e studiata perfettamente, senza dare voce ad inutili sofismi.
I criminali, i freak e i diversi sono rinchiusi nel maxi carcere, un tempo conosciuto con il nome di New York City, da un governo distopico e tirannico. Il potere è nelle mani di un presidente esaltato e despota, la popolazione è condannata ad un destino beffardo e crudele, contrappasso necessario per far scontare loro i peccati di cui si sono macchiati. Non si può però evitare di tifare per Jena, antieroe disilluso che ha come unica arma l'istinto primordiale della sopravvivenza, e un paio di bicipiti capaci di stendere un mulo.
Carpenter, con i pochi mezzi a disposizione, mette in scena il capolavoro dell'ironia, marchiando a fuoco lo spettatore con la semplicità che è propria dei grandi classici. Siamo al cospetto di un film esplosivo e divertente, con personaggi memorabili in cui il protagonista alla fine non si ritrova cambiato, anzi è pronto a combattere ancora una volta per continuare a sopravvivere. Lottare è l'unica cosa che riesce davvero bene a Jena ed è ciò che è costretto a fare, perché terribilmente lontano dalla salvezza e così simile ai suoi nemici.
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