Attore britannico nato nel 1892, diventa noto al grande pubblico grazie alla sua fortunata interpretazione di Sherlock Holmes e per i suoi ruoli di villian gentiluomo nei film di cappa e spada.
Alto, con un profilo importante e benedetto da un'imperiosa voce da palcoscenico, durante gli anni '20 recita le opere di Shakespeare in diversi teatri britannici, entra poi nel mondo del cinema interpretando alcuni film muti, ma la consacrazione al grande pubblico arriva con il ruolo di Philo Vance ne Il mistero dell'Alfiere nero, pellicola tratta dal romanzo di Van Dine. Il principe degli investigatori privati è chiamato dal suo vecchio professore a risolvere un caso di omicidio avvenuto vicino al college. Vance non delude le aspettative e trova l'insospettabile assassino.
Gli anni '30 lo vedono protagonista di molti film del genere di cappa e spada, nei quali interpreta quasi sempre la parte del cattivo dai modi raffinati. Nel 1935 partecipa a David Copperfield, film che riceve le nomination per 3 Oscar e viene nominato per la Coppa Mussolini come miglior film straniero al Festival del Cinema di Venezia, lo stesso anno recita in Anna Karenina al fianco di Greta Garbo. E' poi la volta de Gli ultimi giorni di Pompei e Capitan Blood, quest'ultimo tratto dal romanzo di Rafael Sabatini e considerato uno dei più riusciti film sui pirati. Infine recita ne Le due città, trasposizione cinematografica del romanzo di Dickens. Qualche anno dopo partecipa a La leggenda di Robin Hood, in cui interpreta divinamente Sir Guy di Gisborne, a L'usurpatore, oggetto poi di un remake di Roger Croman e a Il segno di Zorro. Rathbone è celebre per la sua eleganza e per l'abilità nelle scene di duello, sempre ben curate in tutte le pellicole cui partecipa, particolarmente famosa è poi la scena de Il giullare del re del 1956, in cui Danny Kaye taglia in due una candela con la spada, lasciandola accesa. I ruoli di spada e cappa sono i più divertenti per Rathbone, tra l'altro abile spadaccino, tanto che dichiara: Mi sono divertito a fare lo spadaccino perché ho sempre pensato fosse un esercizio meraviglioso, un magnifico sport, anche se non lo metterei tra gli sport...è più un arte, tremendamente bella. L'unico attore con cui ho combattuto realmente sullo schermo è stato Flynn, ed è anche l'unica volta in cui ho avuto davvero paura, non avevo paura perché era maldestro o distratto, ma perché sapeva proteggersi molto bene.
Nel 1937 riceve una nomination all'Accademy Award come miglior attore non protagonista per il ruolo di Tebaldo in Giulietta e Romeo di Geroge Cukor e nel 1939 per l'interpretazione di re Luigi XI in Un vagabondo alla corte di Francia.
Rathbone è però ricordato soprattutto per l'interpretazione, tra gli anni '30 e '40, di Sherlock Holmes nella serie di quattordici episodi prodotta dalla Universal Studios. Al suo fianco Nigel Bruce nel ruolo del Dottor Watson. In realtà Rathbone ha dichiarato di essere annoiato da questo ruolo, avrebbe preferito dare vita a nuovi personaggi piuttosto che interpretare all'infinito Sherlock Holmes, già fin troppo ben caratterizzato. Nonostante il successo ottenuto con quel ruolo, prova quasi fastidio per l'investigatore più celebre della letteratura, dice infatti: E' insopportabile la sua perpetua infallibilità, il suo successo interminabile, almeno una volta avrebbe potuto fallire, dimostrando a se stesso di essere umano come tutti noi.
Negli anni '50 interpreta due parodie di suoi vecchi successi, La grande notte di Casanova con Vincent Price e Bob Hope e Il giullare del re con Danny Kaye. Nel 1958 ottiene un importante ruolo ne L'ultimo urrà di John Ford.
Nel 1962 appare nella pellicola di produzione italiana Ponzio Pilato con Massimo Serato e Riccardo Garrone.
Rathbone muore nel 1967 a New York.
Attore di cinema con l'amore per il teatro, ha partecipato a diversi film da lui considerati trascurabili, per poter finanziare progetti decisamente meno redditizi cui teneva molto, spesso indirizzati a mantenere in vita le opere di Shakespeare. Interprete straordinario, gentleman del cinema mondiale, ingiustamente ricordato solo per il ruolo di Sherlock Holmes, avrebbe meritato un maggior riconoscimento di pubblico e critica.
I miei cinquantadue ruoli in ventitré opere di Shakespeare, i miei anni nei teatri di Londra e New York, tutte le mie partecipazioni ai più bei film di tutti i tempi...sono lentamente ma inesorabilmente sprofondati nell'oblio.
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