sabato 20 aprile 2013

Zombie Honeymoon



Film horror indipendente del 2004 prodotto dalla Hooligna Pictures e diretto da David Gebroe, vincitore del Chainsaw award come miglior film low-budget, e già qua comincio a farmi delle domande.

Cominciamo con i titoli di testa, carina l’idea di usare delle partecipazioni, ma se devono durare più del film finisce che uno si secca, tanto più che in sotto fondo si sente uno che rumina fruit joy. Assistiamo al matrimonio di due giovani invasati, che escono dalla chiesa bercianti e saltellanti e invece di entrare in macchina sbattono contro la portiera. Ahahahah, come sono felici, come sono innamorati. Via verso la luna di miele, hanno un mese intero per dondolarsi sull’altalena, lanciarsi addosso polpette e fare romantiche passeggiate in riva al mare. Ed è proprio mentre amoreggiano in spiaggia che uno pseudo zombie, sorto dalle acque, si avvicina a loro, si butta a peso morto su Danny (lo sposo) e gli vomita del sangue in bocca. E così

muore. Soffocato. Dal vomito di uno zombie. La giovane sposa Denise è distrutta dal dolore e piange lacrime amare, ma dopo 10 minuti Danny si riha, e gioia e gaudio e baci e abbracci, come se sia naturale resuscitare dalla morte. Ritornano a casa, tutti e due in salute, lei guarda i suoi disegni e medita. Noia. A sera copulano e nel mentre lei gli dice di usare una protezione solare più alta. Noia. Per festeggiate la scampata morte o la rinnovata vita, il giorno seguente chiamano i rispettivi datori di lavoro e si licenziano, giacché ci sono pensano bene anche di lasciare la casa in cui vivono, che tanto loro sono pazzerelli e se ne vanno a vivere in Portogallo. Noia. Minuti infiniti di risatine e baci. Noia. Lei va a fare la spesa tra gridolini e ammiccamenti. Noia. Denise torna a casa e trova suo marito in una vasca da bagno piena di sangue e in compagnia di un ciccione visibilmente morto. Non più noia ma sgomento. I due però sono legati da profondo amore e hanno giurato davanti a Dio e agli uomini e lei resterà al suo fianco nella buona e nella cattiva sorte. Dunque anche in questo caso lei assume il fatto che suo marito sia un assassino cannibale con una serenità da far invidia a Mr. Magoo. Lei in realtà un po’ sconvolta lo è, e infatti esce in giardino a fumare una sigaretta. Noia. Poi, siccome si amano ma tanto tanto tanto, fanno pace e ramazzano un po’ casa che Danny ha combinato un macello. Noia. Cena con gli amici redneck, c’è un po’ di tensione nell’aria, ma c’è soprattutto noia. Al mattino la dolce mogliettina trova il suo degno consorte riverso sulla tazza del bagno che vomita fiumi di sangue e, astuta come un bolscevico, gli chiede se gradisce un bicchiere d’acqua. Di nuovo sgomento. È deciso, solo un viaggio in Portogallo può salvare Danny dalla sua triste sorte e mentre sono in agenzia, pensa bene di addentare il braccio della bionda impiegata imbardata in modo da far impallidire persino Vampiria. La moglie lo rimbrotta per il suo decisamente poco assennato comportamento e lui offeso se ne va in giro per la città ad azzannare gente alla luce del sole. Finalmente Danny ritorna a casa con in bocca una mano con tanto di unghia laccate e dice che sarebbe tanto meglio che morisse e lei risponde della promessa riguardo alla salute e alla malattia e ancora, prepotente, la noia. È solo quando lui decide di fare strazio anche dei suoi migliori amici che lei comincia ad inquietarsi. Riuscirà Denise a far rinsavire il marito? Rinsavirà ella stessa?


Il film parte malissimo e continua anche peggio, tutto il racconto è focalizzato sul rapporto tra i due, su quanto si amino e su quanto hanno bisogno l’uno dell’altro, il che potrebbe anche andare bene, se il rapporto evolvesse di pari passo con la malattia di Danny, invece di rimane statico. Sarebbe stato interessante anche sviluppare l’attaccamento morboso che Denise ha nei confronti del marito, ma serviva un’analisi più approfondita, invece la donna accetta sommessamente e quasi apaticamente tutto quello che le succede intorno, senza nessuna spinta per cercare di capire cosa sta cambiando nel marito e senza porsi nessuna questione morale per quanto riguarda il suo comportamento. In generale ho trovato la sceneggiatura terribilmente banale, con solo qualche guizzo di originalità che però non si è saputo articolare. Gli attori lasciano un po’ a desiderare, che finché c’è da ridere come scemi sono buoni tutti, quando invece devono comunicare angoscia e paura risultano espressivi come Ben Affleck.


Decidete se lanciarvi o meno nella visione del film guardando prima il trailer.


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