Film horror indipendente del 2004 prodotto dalla Hooligna Pictures e
diretto da David Gebroe, vincitore del Chainsaw award come miglior film
low-budget, e già qua comincio a farmi delle domande.
Cominciamo con i titoli di testa, carina l’idea di usare delle
partecipazioni, ma se devono durare più del film finisce che uno si secca,
tanto più che in sotto fondo si sente uno che rumina fruit joy. Assistiamo al
matrimonio di due giovani invasati, che escono dalla chiesa bercianti e
saltellanti e invece di entrare in macchina sbattono contro la portiera.
Ahahahah, come sono felici, come sono innamorati. Via verso la luna di miele,
hanno un mese intero per dondolarsi sull’altalena, lanciarsi addosso polpette e
fare romantiche passeggiate in riva al mare. Ed è proprio mentre amoreggiano in
spiaggia che uno pseudo zombie, sorto dalle acque, si avvicina a loro, si butta
a peso morto su Danny (lo sposo) e gli vomita del sangue in bocca. E così
muore. Soffocato. Dal vomito di uno zombie. La giovane sposa Denise è distrutta
dal dolore e piange lacrime amare, ma dopo 10 minuti Danny si riha, e gioia e
gaudio e baci e abbracci, come se sia naturale resuscitare dalla morte. Ritornano a casa, tutti e due in salute, lei
guarda i suoi disegni e medita. Noia. A sera copulano e nel mentre lei gli
dice di usare una protezione solare più alta. Noia. Per festeggiate la
scampata morte o la rinnovata vita, il giorno seguente chiamano i rispettivi
datori di lavoro e si licenziano, giacché ci sono pensano bene anche di
lasciare la casa in cui vivono, che tanto loro sono pazzerelli e se ne vanno a
vivere in Portogallo. Noia. Minuti infiniti di risatine e baci. Noia. Lei va a
fare la spesa tra gridolini e ammiccamenti. Noia. Denise torna a casa e trova suo
marito in una vasca da bagno piena di sangue e in compagnia di un ciccione
visibilmente morto. Non più noia ma sgomento. I due però sono legati da
profondo amore e hanno giurato davanti a Dio e agli uomini e lei resterà al suo
fianco nella buona e nella cattiva sorte. Dunque anche in questo caso lei assume
il fatto che suo marito sia un assassino cannibale con una serenità da far
invidia a Mr. Magoo. Lei in realtà un po’ sconvolta lo è, e infatti esce in
giardino a fumare una sigaretta. Noia. Poi, siccome si amano ma tanto tanto
tanto, fanno pace e ramazzano un po’ casa che Danny ha combinato un macello.
Noia. Cena con gli amici redneck, c’è un po’ di tensione nell’aria, ma c’è
soprattutto noia. Al mattino la dolce mogliettina trova il suo degno consorte riverso
sulla tazza del bagno che vomita fiumi di sangue e, astuta come un bolscevico,
gli chiede se gradisce un bicchiere d’acqua. Di nuovo sgomento. È deciso, solo
un viaggio in Portogallo può salvare Danny dalla sua triste sorte e mentre sono
in agenzia, pensa bene di addentare il braccio della bionda impiegata imbardata
in modo da far impallidire persino Vampiria. La moglie lo rimbrotta per il suo
decisamente poco assennato comportamento e lui offeso se ne va in giro per la
città ad azzannare gente alla luce del sole. Finalmente Danny ritorna a casa
con in bocca una mano con tanto di unghia laccate e dice che sarebbe tanto
meglio che morisse e lei risponde della promessa riguardo alla salute e alla
malattia e ancora, prepotente, la noia. È solo quando lui decide di fare
strazio anche dei suoi migliori amici che lei comincia ad inquietarsi. Riuscirà
Denise a far rinsavire il marito? Rinsavirà ella stessa?
Il film parte malissimo e continua anche peggio, tutto il racconto è
focalizzato sul rapporto tra i due, su quanto si amino e su quanto hanno
bisogno l’uno dell’altro, il che potrebbe anche andare bene, se il rapporto
evolvesse di pari passo con la malattia di Danny, invece di rimane statico.
Sarebbe stato interessante anche sviluppare l’attaccamento morboso che Denise
ha nei confronti del marito, ma serviva un’analisi più approfondita, invece la
donna accetta sommessamente e quasi apaticamente tutto quello che le succede
intorno, senza nessuna spinta per cercare di capire cosa sta cambiando nel
marito e senza porsi nessuna questione morale per quanto riguarda il suo
comportamento. In generale ho trovato la sceneggiatura terribilmente banale,
con solo qualche guizzo di originalità che però non si è saputo articolare. Gli
attori lasciano un po’ a desiderare, che finché c’è da ridere come scemi sono
buoni tutti, quando invece devono comunicare angoscia e paura risultano espressivi come Ben Affleck.
Decidete se lanciarvi o meno nella visione del film guardando prima il trailer.
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